L’ho vista una primavera di qualche anno fa, in via Montenero a Bologna. Aperta con quella tenda in corrente che sembrava una presenza, non ho resistito. Guardo sempre le finestre. Non mi piacciono tutte, ho una smisurata preferenza per quelle antiche e per quelle, più semplicemente, vecchie. Diciamo che quelle di palazzi costruiti dopo il 1945 non mi interessano troppo.
Mi piace anche sbirciare attraverso le finestre, soprattutto la sera, soprattutto attraverso quelle antiche, o vecchie che non siano di dopo il 1945, da cui esce una luce calda, confortevole per immaginare come siano le case dentro. Ma quella delle finestre di sera è un’altra storia.
Dipingere su cartone, non so perché, da una grande soddisfazione. Con i colori ad olio soprattutto. Lo facevano moltissimo i Macchiaioli, ad esempio. Il cartone “agguanta” il legante e permette una pittura senza dovere attendere il lunghissimo essiccamento dell’olio di lino; resta tuttavia bagnato al punto giusto per certe sfumature o mescolamenti che trattengono i gesti. Dovendo rinunciare all’essenza di trementina per motivi di intolleranza, ma io mi ci farei il bagno per quanto mi piace il profumo, ho optato per degli ottimi acrilici. finalmente ho trovato dei colori che mi soddisfano, perché non troppo “di plastica” come certe marche molto diffuse e quasi tutti, dico quasi, piuttosto coprenti.
Sono gli Akademie Acryl color di Schmincke e gli Artists’s Acrylic di Winsor and Newton. Tutti stranieri, lo so, ma per compensare i pennelli con cui lavoro meglio sono in assoluto quelli di una stupenda azienda italiana, la Borciani e Bonazzi. Sto ultimando una scorta di altri pennelli, di qualità inferiore e li sto tutti sostituendo con Borciani e Bonazzi: ottimo rapporto qualità-prezzo. In particolare, per l’acrilico, mi trovo meravigliosamente bene con la linea Unico mangusta e Unico silver: hanno il giusto equilibrio tra morbidezza e resistenza delle setole per poter lavorare l’acrilico sia in velatura che matericamente. Se ben tenuti, puliti frequentemente se si effettuano lunghe sessioni di pittura (una seccatura, ma l’unico modo per preservarli al massimo) e alla fine dei lavori, prima di riporli, resistono anche molto. I manici poi, hanno un design bellissimo e particolarmente comodo per l’impugnatura, oltre al fatto che hanno un appiattimento nella pancia, per cui appoggiandoli al piano di lavoro non rotolano.






Acrilico su cartone.
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