Disegnare alla Riserva naturale paludi di Ostiglia 1

Ebbene sì, ogni tanto i laboratori sono anche rivolti ad adulti.

Stupenda l’occasione di essere alla Riserva di Ostiglia, gestita da Lipu con l’appoggio del Comune di Ostiglia, in questi giorni. Il tempo è splendido, l’aria è piena di profumi, c’è caldo e un fresco piacevole all’ombra, sempre ventilato nei punti più aperti. Le paludi fanno specchio al blu del cielo e la luce è preziosa, come in tutti i luoghi in cui c’è molta acqua.

Ad uso delle corsiste, ecco un piccolo riepilogo, un vademecum del primo incontro. Non sia da prendere come una lezione di disegno, ma come un ricapitolare punto per punto la lezione fatta assieme, che sarebbe molto difficile da descrivere a parole. Tante sono state le cose dette nelle nostre due ore e mezza. In effetti, gli incontri in programma vogliono essere più un laboratorio, un’esperienza (spero intensa), che non un corso, questo meriterebbe ore e… molto studio. Quello che mi auguro è che qualche punto fisso sul “come fare” sia assimilato, che il piacere del disegnare all’aperto, concedersi questo tempo lento nel verde sia arrivato e che resti la voglia di continuare.

Ecco i punti focalizzati:

  1. RICERCA DEL SOGGETTO: nel nostro caso un pioppo (abbiamo anche approfittato della sua ombra per fermarci a disegnare). Una volta individuato il soggetto, questo va studiato, essendo inserito in un contesto, va anche deciso, se “scontornarlo” dallo sfondo (che quindi no verrà rappresentato) o se dedicare tempo per il disegno anche di questo. È una scelta, dipende da quello che si vuole rendere e bisogna essere consapevoli di quello che si vuole per non rimanere in balia di ciò che si rappresenterà.
  2. INQUADRATURA E COMPOSIZIONE: trovato il soggetto, dobbiamo decidere come inquadrarlo. Da vicino? Da lontano? Da che lato? Nel nostro campo (il supporto su cui disegneremo) lo rappresenteremo tutto o in parte? Entrerà anche lo sfondo? Se sì quanto? In generale, si è optato per uno studio dell’albero, riproducendone solo una parte (scelta dovuta anche dalla vicinanza al soggetto.
  3. STRUMENTI GRAFICI E SUPPORTO: si aprirebbe qui un discorso lunghissimo. Gli strumenti e i supporti, e le relative combinazioni potrebbe essere moltissimi. Ho indicato di portare genericamente della carta e alcune matite, facendo attenzione ad avere grafiti più dure e grafiti più morbide. In fin dei conti, disegnare è una sperimentazione continua, bisogna fare delle prove per trovare il proprio metodo espressivo ottimale. È importante sperimentare i propri materiali, e magari tenere degli appunti. Anche proprio sui propri quaderni di schizzi.
  4. PROVENIENZA DELLA LUCE: guardare da dove arriva, significa (ed è intuitivo) ottenere la consapevolezza per cogliere i volumi, cioè rilevare i punti di luce e i punti in ombra (ombre proprie), notare le ombre riportate. Quando si è all’aperto, c’è ovviamente la grande variabile del tempo che passa che cambia la luce: l’illuminazione muta nell’arco del tempo o… possono arrivare delle nuvole a coprire il sole e tutti si appiattisce, ritrovandoci in una condizione di luce diffusa.
  5. TEXTURE: ogni superficie ha un suo andamento. La natura delle superfici, l’interazione con la luce, la sua forma, il suo colore (quando si inserisce questo parametro) descrivono un oggetto di cui si sarà delineata la forma generale n maniera più o meno precisa.

Qui il secondo incontro.

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Individuato il soggetto, ci si posiziona per definire l’inquadratura e la composizione, lo si inizia a studiare: proporzioni, luci e ombre, volumi, inclinazioni, andamenti superficiali, etc.

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Provare gli strumenti a disposizione, che siano pochi o molti, è un utile esercizio per trovare quelli ottimali, Tenere le prove funziona come archivio personale.

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Da ricordare l’uso della matita come strumento per rilevare le proporzioni. Si inizia a prenderne una dal soggetto (braccio teso verso l’albero, in questo caso, con il pollice si indicano le quote, appena stabilita la prima, ad esempio qui la larghezza dell’albero, la si paragona a una second adimensione).

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La larghezza del tronco, sta circa tre volte all’altezza del tronco fino all’attaccatura del ramo di sinistra. Misurando vari elementi dell’albero, si possono riportare le proporzioni su carta. La matita, sempre a braccio teso, puntata sul soggetto e poi abbassata sul foglio, serve anche per ottenere evidenze delle inclinazioni.

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Si inizia a rappresentare il volume e la texture, in questo caso i corrugamento della corteccia.

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lo studio del pioppo avrà un aspetto no finito, ma efficace e dettagliata nei punti che si vorranno studiare in profondità. un disegno non finito, può avere comunque un aspetto interessante e molto espressivo.

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Anche le foglie iniziano a essere rappresentate.

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Da vicino: il segno veloce della matita morbida per ottenere gli effetti di ombre e corrugamenti della corteccia nella maniera più rapida. Anche le foglie sono macchie rapide ottenute con la 4B.

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Il disegno è decisamente solo uno studio, si potrebbe ripartire dallo studio per un ulteriore disegno più completo e poi passare al colore. Credo, che, prendendosi un periodo di sperimentazione sia molto utile concentrarsi su dettagli, evitando di ultimarli, in modo da creare su carta e mentalmente un repertorio di immagini che riprendano la varietà della natura.

E ora, buon disegno a tutti!

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