ANCORA ALLA SUPERFICIE DELLE COSE

Approfondiamo attraverso due sculture

Scuola Italiana Moderna 5, febbraio 2022

(…)

Si tenga sempre presente la distinzione tra andamento superficiale dei materiali usati nel fare artistico e andamento superficiale rappresentato o creato nell’oggetto artistico prodotto (come precisato in Scuola Italiana Moderna 5, febbraio 2022) e non ci si stanchi di pensare all’utilità di analizzare ciò che vediamo, che si tratti di un’opera d’arte, di un oggetto d’uso, dell’ambiente in cui si vive…

Nel momento in cui l’analisi procede in maniera oggettiva, in base a ciò che si inferisce guardando (toccando, là dove possibile), la percezione si amplia con la componente sinestetica data dal coinvolgimento di tutti i sensi e dalle esperienze sensoriali fatte. Lo scopo è quello di sviluppare una forma di apprendimento con momenti di appercezione creativa, tale per cui il procedimento si rinforzerà attraverso gli stimoli ludici della curiosità e della novità in grado di creare connessioni sicuramente positive (D. Winnicott, Gioco e realtà, Armando Editore) nel fare e nella consapevolezza artistica.

Concentriamoci ora sulle due opere scultoree che vediamo sopra:

  • Jane Poupelet (1874-1932), Donna alla toilette, scultura in bronzo, 39,4 x 60,3 cm, Metropolitan Museum of Art, New York
  • Giovanni Battista De Salvo (1903-1964), La fidanzata dell’aviatore, argilla refrattaria smaltata, 74,3 x 42 x 28,5 cm, Museo Internazionale della Ceramica, Faenza

Parlando con i nostri alunni e le nostre alunne, sarà utile impostare un dialogo su quale sia la texture dei materiali utilizzati, se la conoscono per esperienza diretta, se sia possibile fare riemergere una memoria tattile o se, per affinità con altri materiali conosciuti e simili, si possano ottenere delle informazioni: Quali memorie suscita questa texture? Quali sensazioni suggerisce? Suggerisce delle sensazioni precise, come la temperatura? Sembra quindi un materiale caldo, freddo…? Può essere piacevole al tatto? Alla vista? Le due cose coincidono o no? È un materiale familiare o è una novità? Ci sono dei racconti legati a quello vediamo e percepiamo?

Sarà fondamentale ora capire come questi materiali, viste le caratteristiche che li contraddistinguono, possano rappresentare una texture nella creazione artistica e valutare se tale rappresentazione sia legata, o eventualmente dissonante, rispetto al senso profondo dell’opera stessa: analizzando la texture di un manufatto artistico, insomma, così come per gli altri aspetti del linguaggio formale dell’arte (il segno, la linea, il colore…), sarà importante comprendere se si crea un’assonanza, un’enfasi, una sottolineatura o se, viceversa, l’aspetto analizzato disturba il significato intrinseco dell’opera.

La Poupelet, che rappresenta la texture per eccellenza, la pelle, nel renderla con l’aspetto e con il materiale che abbiamo individuato, che cosa sta rappresentando? Quale senso simbolico, inoltre, imprime in questo nudo? Le due nature delle superfici presenti, quelle della materia in sé e quelle della materia rappresentata, che relazione hanno tra loro?

Passiamo all’opera di De Salvo. La scultura è fatta di semirefrattario, un tipo particolare di argilla, un materiale che sovente rientra nelle sperimentazioni artistiche dei bambini e delle bambine, già dalla scuola dell’infanzia; quindi i nostri alunni e alunne ne avranno sicuramente trattenuto una memoria tattile, utile per analizzare questa e altre opere in ceramica.

Come si presenta la materia in superficie? Che andamento ha? Esiste un secondo andamento della superficie che si sovrappone al primo? Riusciamo a rintracciare una presenza del lavoro dell’artista nell’andamento impresso alla materia? Nel confronto tra la superficie della materia e la superficie del soggetto rappresentato, quale rapporto evinciamo?

Esiste qui, come sempre succede nell’analizzare opere d’arte che risentono del trascorrere del tempo o di fatti accidentali, un terzo elemento che determina le qualità superficiali della scultura: l’ammaloramento, le mancanze e le fratture ricomposte (si vada al link in calce per sapere qualcosa in più dell’opera).

Sarà interessante notare se e a che punto dell’osservazione gli alunni e le alunne se ne saranno accorti. Diversamente, soffermiamoci con loro su questo aspetto, e chiediamo: Come si potrebbe descrivere l’andamento interrotto della materia? Quali considerazioni si potrebbero fare sulle sensazioni create dalla visione di una scultura ammalorata e restaurata? Che riflessioni si potranno fare su un restauro che, anziché utilizzare tecniche di intervento estetico mimetico nel trattare lacune e rotture (cosa tecnicamente assolutamente possibile), lascia chiaramente l’evidenza del danno? Questa scelta di restauro suscita curiosità? In un giudizio estetico complessivo, che peso avranno i vuoti rispetto ai pieni della materia? Per chi vorrà, sarà possibile aprire un dialogo e uno scambio di opinioni su queste o su altre opere e, ovviamente, saranno graditi anche i riscontri dei docenti che avranno seguito il percorso suggerito in Scuola Italiana Moderna 5, febbraio 2022 a questo link.

Su La fidanzata dell’aviatore, un mio post anche qui.

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