Angela

Ho una parete giusta per tutto, ora abbastanza affallota.

Tutte e quattro assieme… non ce la faccio… è un po’ troppo perché mi ci metta anch’io nella foto.

L’ultima è Angela, ovviamente. Forse avrei dovuto immergere lei in toni rossi? O usare nouances più black? Invece l’ho vista, molto spontaneamente, gialla e viola, gia dalla bozza piccola preparatoria, e subito. E per chi conosce la teoria dei colori, la cosa su cui vado a parare, sarà ovvia. Per chi non la conosce, sia chiaro che l’accoppiata cromatica è tra quelle dette complementari che, per farla breve, stanno alla pittura come un assolo di Jimi Hendrix sta all’orecchio umano: una scarica di purezza e di energia.

Quando sono stata ad Harlem, forse il giro più divertente che ho fatto a New York (oltre al concerto della magica Aretha al Radio City Hall), per me semplice europea di provincia agricola nord italiana, è stato come entrare in un telefilm degli anni Ottanta (mica in una serie, un telefilm!). Giuro di avere incrociato anche l’agente Sanchez che prendeva da mangiare al take-away Ivonne’s, mentre il collega lo aspettava sulla classica auto bianca e nera, classicamente parcheggiato di fronte con vetro abbassato e braccio al finistrino. Lascio solo immaginare che spettacolo di donna fosse Ivonne… bene, il mio tour ha previsto anche il rituale acquisto di T-shirt ricordo della vita, ovviamente harlemese. Appena entrata nel negozio, dopo avere salutato, sempre in una macro bolla iconografica poliziesca televisiva, mi sono messa a guardare cosa c’era. Ovviamente tutto era a tema “personaggioni afro-americani”. Il negoziante, vestito tipo informatore di Starsky e Hudch, è arrivato e mi detto: “Ok sista, I see… you wanna politacal!”. L’osservazione e l’intuito sono davvero l’anima del commercio e mi ha allungato una meravigliosissima black T-shirt con un ritratto di #AngelaDavis disegnato da un allineamento perfetto di un numero inaspettato (e eccessivo in base ai miei canoni pre-Harlem) di sbarluccicosi strass bianchi e rossi. Per la cronaca, con lo stesso stile scintillante, mi sono presa anche una Nina Simone.

Coi brillantini o strass o paillettes non ho null’altro in guardaroba.

Però ho capito che “mai dire mai” nella vita.

La prima Angela, si trova anche qui. Questa su tela sta per andare su un’altra parete.

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