Idee per la scuola
Estraggo da un articolo che ho scritto per Scuola Italiana Moderna alcuni passaggi per un percorso artistico che possa portare i bambini nel mondo del Surrealismo di Magritte.
Nell’articolo parto dal racconto di alcuni fatti salienti della vita dell’artista, che non vanno trascurati, per avvicinarsi profondamente al suo garbo pittorico elegante e velato di magico mistero, anche, forse a volte, inconsapevole.
Quello che poi propongo sono alcune attività, sulle tecniche, intanto, per capire come il “corpo” del colore influenzi la resa di registri diversi, sperimentando soggetti analoghi. Il tema delle tecniche come strumento che sa creare atmosfere e finzioni diverse mi ha sempre intrigato e credo sia poco evidenziato nella critica artistica. Mi piace l’idea di suggerire ai bambini la sperimentazione diretta: il fare delle proprie mani sotto ai propri occhi, vale più di tante chiacchiere. Sono convinta da sempre, che la didattica laboratoriale sia la didattica da forte e incisiva, almeno nelle scuole dell’infanzia e primaria, che sono quelle che ho sempre frequentato di più da “esperta esterna”.
Un assaggio delle attività proposte…
Giochiamo a illudere uno spettatore di vedere qualcosa… ma in realtà sta vedendo solo un foglio di carta e ben venuti nel regno incantato della finzione pittorica! Magritte usa delle realtà amplificate: ad esempio la rappresentazione dei cieli (nuvolosi, sereni, diurni, notturni…). La sua tecnica è quella della pittura a olio, essendo una tecnica che prevede colori costosi e, soprattutto, l’impiego di un solvente (la trementina) non è indicata da usare a scuola. Suggeriamo di usare le tempere (eventualmente i colori acrilici che, come le tempere, finché freschi si sciolgono con acqua, ma a differenza di quelle, una volta asciutti, non sono più idrosolubili: quindi, occhio a non sporcare i vestiti!). Le useremo a corpo, cioè in maniera coprente, per avvicinarci alla pittura piuttosto pastosa di René.
Poi compariamo le tecniche, rendiamo esperti la mano e l’occhio, cerchiamo di aggiungere delle sperimentazioni al nostro bagaglio di conoscenza per avere una capacità di costruire più consapevole per il futuro. Usiamo il colore a tempera acquerellato o l’acquerello stesso, lavoriamo per trasparenza dal bianco. A questo punto, le nuvole dovranno essere lasciate bianche, cioè si dovrà vedere il foglio. In un secondo momento, con una velatura grigiastra, scuriremo le zone in ombra della nuvola: questo esercizio comparato, di due tecniche (a corpo e per velature), ci aiuterà a capire la fisicità del colore, ad entrare nel merito delle possibilità tecniche che la materia pittorica offre e delle differenze espressive nell’affrontare un soggetto analogo con tecniche diverse . Vale la pena fermarsi, mettere tutti i disegni su un tavolo, se possibile, o appenderli, guardarli e ragionarci: si interiorizzerà un’esperienza che sarà utile per il futuro.
L’articolo prevede varie spiegazioni in step, ma vediamo una simulazione del risultato finale di questo primo laboratorio.


Il percorso, sulla scia di Magritte, diventa anche occasione di provare come: l’arte di dipingere sia l’arte di pensare; la poesia scritta sia invisibile, la poesia dipinta abbia un’apparenza visibile; la libertà sia la possibilità d’essere e non l’obbligo d’essere. Il tutto corredato dal alcuni “giochi surreali” utilizzando e producendo immagini.
L’articolo completo e tutte le immagini a corredo si trovano all’interno di SIM 2 2020.

Questo non è un cielo in una stanza.
Un pensiero su “QUESTO NON È UN CIELO, È SOLO UN FOGLIO DI CARTA”